- Che cosa è la mediazione familiare?
E’ un servizio rivolto a madri e padri alle prese con la separazione o il divorzio.
- Quali sono i suoi obiettivi?
Aiutare i genitori a mantenere o a riprendere una comunicazione sufficiente che consenta loro, nel tempo, di definire e modificare autonomamente gli accordi che essi ritengono più funzionali al benessere proprio e dei figli, attraverso la concreta e costante condivisione dei compiti genitoriali.
- Di cosa si parla durante gli incontri?
Si discute di tutte le questioni riguardanti i figli, sia direttamente che indirettamente; gli argomenti vengono individuati dai genitori tra quelli che, in quella fase della separazione e della loro vita, sono ritenuti più importanti come, ad esempio, la comunicazione ai figli dell’evento separativo, gli aspetti economici e patrimoniali, la nuova organizzazione familiare, il rapporto con gli altri adulti, la gestione dell’eventuale conflitto, ecc.
- Quanto dura una mediazione familiare?
Non esiste una durata prefissata, valida per tutte le situazioni; generalmente, sono necessari da un minimo di 8 ad un massimo di 12 incontri, in un arco di tempo che, orientativamente, può variare da tre a sei mesi.
- Quanto dura ciascun incontro?
Da un’ora ad un’ora e mezza al massimo.
- Quanto tempo passa tra un incontro e l’altro?
Gli incontri sono, di solito, a carattere settimanale; possono, però, verificarsi sospensioni concordate o interruzioni temporanee per vari motivi.
- Una volta iniziata la mediazione si è obbligati a proseguire?
I genitori sono liberi, in ogni momento, di interrompere il lavoro intrapreso, per qualunque ragione essi decidano di farlo.
- A chi il mediatore deve riferire del contenuto e dell’andamento degli incontri?
In assenza di una specifica legge italiana sulla mediazione familiare, si fa riferimento alla Raccomandazione 616 del Comitato dei Ministri della Comunità Europea che recita testualmente: “le condizioni nelle quali si svolge la mediazione familiare dovrebbero garantire il rispetto della vita privata; le discussioni che hanno avuto luogo durante la mediazione sono confidenziali e non possono essere ulteriormente utilizzate senza il consenso delle parti o nei casi consentiti dalla legge nazionale”.
- Il mediatore può imporre o prescrivere qualcosa ai genitori?
Assolutamente no! Il mediatore non ha alcun potere di imporre una soluzione ai genitori i quali sono gli unici a decidere quali possano essere di volta in volta le scelte più opportune per sé e per i figli.
- Si possono portare i figli in mediazione?
Il modello di mediazione proposto non prevede la presenza dei figli.
- Possono accedere al servizio anche le coppie non sposate?
Si. La mediazione familiare si rivolge anche alle coppie di fatto.
Possono accedere al servizio coppie ancora conviventi.
Se la coppia è in procinto di separarsi ma ancora convivente, possono essere svolti alcuni colloqui di orientamento volti ad aiutare i genitori a prefigurarsi gli scenari possibili, privilegiando il dialogo ed il confronto; al termine di questi primi colloqui il percorso, sempre e solo su richiesta di entrambi i genitori, si sospende e può essere ripreso se e quando la separazione viene effettivamente decisa.
- I genitori possono farsi accompagnare da qualcuno (nonni, avvocati, amici, nuovi compagni…)?
No. Se si parla di mediazione familiare, si intende un percorso che vede coinvolti esclusivamente le mamme e i papà; per quel che riguarda le altre figure potenzialmente interessate, vi possono essere incontri o occasioni di confronto che nulla hanno a che vedere con la mediazione vera e propria e che vanno definiti di volta in volta nei contenuti e nelle modalità.
- Un genitore può fare la mediazione anche da solo?
La mediazione familiare è, per definizione, un pezzo di strada che si percorre in tre (i genitori insieme al mediatore); laddove questo non sia possibile (perché uno dei due genitori non può o non abbia interesse a prendervi parte), si propone una serie di incontri individuali di consulenza e sostegno al genitore eventualmente disponibile.